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Teoria del ciclo elettorale presidenziale

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Decifrare la teoria del ciclo elettorale presidenziale: realtà o finzione?

Svelare la teoria del ciclo elettorale presidenziale

Il mondo del trading azionario è pieno di teorie e strategie, ognuna delle quali promette una visione unica dei misteriosi movimenti del mercato. Una di queste teorie che ha attirato l’attenzione nel corso degli anni è la teoria del ciclo elettorale presidenziale. Questa teoria, elaborata dal fondatore di Stock Trader's Almanac, Yale Hirsch, suggerisce che i rendimenti del mercato azionario seguono uno schema ciclico basato sul ciclo delle elezioni presidenziali statunitensi.

Secondo la teoria di Hirsch, il mercato azionario generalmente registra una performance lenta nel primo anno successivo alle elezioni presidenziali. Quando il presidente entra in carica e si concentra sull’attuazione della propria agenda politica, il mercato tende a riprendersi, raggiungendo il suo picco nel terzo anno. Tuttavia, quando il mandato del presidente si avvicina alla fine, la performance del mercato spesso subisce un calo nel quarto anno, aprendo la strada a un nuovo ciclo con le successive elezioni.

La genesi della teoria del ciclo elettorale presidenziale

Lo Stock Trader's Almanac di Yale Hirsch, pubblicato per la prima volta nel 1967, divenne rapidamente una risorsa venerata sia dai trader giornalieri che dai gestori di fondi. Oltre a offrire approfondimenti di mercato per periodi specifici dell'anno, come il "Rally di Babbo Natale" e l'ipotesi dei "migliori sei mesi", Hirsch ha anche introdotto il concetto del ciclo elettorale presidenziale come determinante cruciale della performance del mercato azionario.

La teoria di Hirsch si basa sull'idea che i primi anni di un nuovo presidente sono spesso dominati dal perseguimento di obiettivi politici e dalla compiacenza dei principali sostenitori. Tuttavia, con l’avvicinarsi delle prossime elezioni, i presidenti in genere spostano la loro attenzione sul rafforzamento dell’economia, sperando di assicurarsi la rielezione. Questo spostamento di priorità, secondo la teoria, tende a coincidere con un miglioramento della performance del mercato azionario, indipendentemente dall'affiliazione politica del presidente.

Mettere la teoria alla prova: prove empiriche

Sebbene la teoria del ciclo elettorale presidenziale offra una prospettiva intrigante, resiste a un esame empirico? Uno studio condotto da Charles Schwab nel 2016 ha approfondito i dati di mercato risalenti al 1950, rivelando alcune informazioni interessanti.

  • Anno dopo le elezioni:Rendimento medio del 6,5%.
  • Secondo anno:Rendimento medio del 7,0%.
  • Terzo anno:Rendimento medio del 16,4%.
  • Quarto anno:Rendimento medio del 6,6%.

Questi risultati non solo corroborano la teoria di Hirsch, ma evidenziano anche il terzo anno di mandato presidenziale come un periodo di guadagni di mercato particolarmente robusti. Inoltre, i dati dal 1950 al 2019 mostrano che il mercato ha registrato guadagni nel 73% di tutti gli anni solari, ma un impressionante 88% durante il terzo anno di mandato presidenziale.

Eccezioni e limitazioni

Sebbene la teoria del ciclo elettorale presidenziale offra spunti preziosi, non è priva di limiti ed eccezioni. Ad esempio, la presidenza di Donald Trump si è discostata dal previsto crollo azionario del primo anno, con significativi guadagni di mercato guidati dalle riforme fiscali nel suo primo anno.

Inoltre, il potere predittivo della teoria è in qualche modo limitato dalla rarità delle elezioni presidenziali, con solo 17 elezioni avvenute dal 1950. Questo insieme limitato di dati solleva interrogativi sull’affidabilità della teoria nei diversi cicli elettorali.

Inoltre, la correlazione non implica causalità. Sebbene i guadagni del mercato azionario coincidano spesso con il terzo anno di mandato presidenziale, attribuirlo esclusivamente alle azioni presidenziali semplifica eccessivamente la miriade di fattori che influenzano le dinamiche del mercato. Eventi globali, scenari politici e disastri naturali possono tutti esercitare un’influenza significativa sulla performance del mercato azionario.

Approfondimenti dal custode della teoria

Jeffrey Hirsch, figlio di Yale Hirsch e attuale redattore di Stock Trader's Almanac, rimane un convinto sostenitore della teoria. In un'intervista del 2019 con il Wall Street Journal, Hirsch ha riaffermato la validità della teoria, soprattutto nel contesto del terzo anno di mandato presidenziale. Tuttavia, ha anche sottolineato la necessità di cautela, riconoscendo che eventi unici e dinamiche politiche possono influenzare il sentiment degli investitori e la performance del mercato.